sabato 21 agosto 2010

Voglio il mio cuscino

Tornare dalle vacanze non è quasi mai bello.

Sia che si torni in ufficio o che, come me, si stia a casa, l'impatto è devastante...

Io, per esempio, mi ritrovo a passare dal fancazzismo più totale alla frenesia del ritorno alla normalità e ai suoi ritmi.

Già prima di partire la casa non era stata "badata" più di tanto.
C'era da pensare alle valigie, a finire quello che c'era nel frigo, a sistemare fuori le piante, a bloccare le finestre perchè passi l'aria ma non i ladri...

Quindi al ritorno la situazione è più o meno questa: casa impolverata, frigo vuoto, piante e giardino allo sbando, montagne di vestiti da lavare e attrezzature varie da rimettere via.

Così mentre mi trascino su e giù dalla scala traballante per sistemare gli scarponi da trekking o mentre stendo l'ennesima lavatrice il pensiero corre all'unica bella prospettiva della giornata: dormirò nel mio letto e soprattutto sul mio cuscino!

In fondo basta poco per consolarsi... una bella dormita può essere sufficiente.

Sì perchè l'albergo può avere anche 5 stelle, ma non avrà mai il letto uguale al mio, il cuscino sarà sempre o troppo alto, o troppo duro o peggio di piume dove affondo e sudo, o altre diavolerie che si inventano.
Per non parlare di luce al mattino o rumori o anche assenza di rumori. Le prime notti di vacanza lasciano sempre l'occhio gonfio, il collo dolorante e la solita domanda retorica: "perchè non mi sono portata il mio cuscino?".

E inevitabilmente il pensiero torna alla gioventù... si sa che è sempre lì che si va a finire.

Per esempio a quando l'estate della maturità sono partita con la mia amica Elena e la sua Dyane 6 alla volta di Sirolo, sotto il Conero, con una tendina canadese imprestata e nessuna prenotazione fatta.
Siamo arrivate fiduciose davanti al campeggio dove ci hanno detto che fino al mattino dopo non si sarebbe liberato nessun posto.

Pacifiche siamo andate a farci un giro in paese, a mangiare una pizza e poi abbiamo gonfiato i nostri materassini.
Li abbiamo piazzati a fianco della Dyane, in un parcheggio dove avrebbero potuto tranquillamente violentarci o peggio, e abbiamo dormito sotto le stelle avvolte da un telo da spiaggia umidiccio.

La mattina dopo all'alba, col sole che saliva dal mare, abbiamo fatto il bagno mentre al largo i pescatori tornavano a casa.

Radiose e senza mal di collo....
.
.

Nessun commento:

Posta un commento