mercoledì 10 novembre 2010

Dritti alla meta

Sabato il grande rugby sbarca a Verona.
E' un vero peccato che non ci possiamo andare, ma il primo tifoso di casa è in convalescenza e così staremo vicini vicini sul divano ad imprecare ogni volta che i nostri sbaglieranno una touche (di solito molto spesso...).

A casa nostra va molto più il rugby che il calcio.  Infatti mio marito in gioventù ha militato nel Petrarca di Padova, dove ha fatto molta panchina ma è riuscito comunque a distruggersi i tendini delle spalle...

Io e nostra figlia ci siamo convertite facilmente dato che è proprio un bello sport, spettacolare, maschio, dove le consuete sceneggiate che si vedono sui campi di calcio sono sconosciute, dove a fine partita c'è il terzo tempo fatto di bevute e amichevoli sfottò, dove i tifosi si limitano a fare il tifo e non i guerriglieri.

Non se ne può più di calciatori tirati a lucido come modelli, che trasformano ogni piccolo scontro in una plateale caduta, che scattano come primedonne se vengono sostituiti, che popolano tutto un mondo notturno e vacanziero fatto di prezzi esorbitanti, di apparire prima di essere, di corna, di schifo.

Ben venga il rugby, così ruspante, fangoso, con questa strana regola che per andare avanti bisogna passare indietro...che sia una metafora buona anche per il resto?




P.S.
« Rugby is a beastly game played by gentlemen;  
soccer is a gentleman's game played by beasts; 
football is a beastly game played by beasts »
.
.

Nessun commento:

Posta un commento