venerdì 15 aprile 2011

Dietro liceo, davanti museo

Addormentarsi sul divano dopo pranzo, e trovarsi con metà faccia esattamente identica alla trama del tessuto del bracciolo... e non si spiana!
Se mi era rimasto qualche dubbio sull'elasticità della mia pelle, adesso ho la certezza di essere decrepita.

Che brutta cosa.  Voglio dire, uno vive la sua vita, una giornata dopo l'altra, senza pensare veramente al tempo che passa.  Poi, di colpo, ti accorgi che la tal cosa è accaduta già 10 anni fa, oppure il figlio di qualche amico si sposa e tu te lo ricordi ancora con il pannolino e così via.

Oggi, per esempio, su Google celebrano il 122esimo compleanno di Charlie Chaplin.  122 è un numero bello grande e nella mia testa era più adatto a Cavour o Garibaldi.  Almeno quelli erano già morti quando io ero piccola.  Charlot no.

Il bello, o il patetico a seconda dei punti di vista, è che io dentro mi sento come quando avevo 25 anni o giù di lì.  Cado nell'errore perchè ho la fortuna che mi vadano ancora bene tutti i vestiti di allora e così in fondo mi vedo uguale.  Ma non è così.  I vestiti mi entrano ancora ma restano quasi tutti nell'armadio. Non è che siano passati di moda, anzi, molti sono degli evergreen, però io se li indosso sono comunque "stridente". 
Il mio istinto mi direbbe sempre di vestirmi di rosso (adoro), ma alla fine cado sul beige, grigio, nero, bianco o al massimo su qualche colore pastello.  Grande colpo di vita..

Una misera consolazione è che questa rottura dell'invecchiamento capita a tutti e quindi si passa il tempo a confrontarsi con i propri coetanei, famosi o meno, e a provare a trovarsi più in forma, a pensare a giudizi velenosi su pance e doppi menti, rughe, acciacchi vari... e se ne vediamo qualcuno che sembra nostro figlio siamo subito pronti a dire che è tutto rifatto e comunque "adesso con photoshop ti tolgono qualsiasi difetto!".
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