giovedì 19 maggio 2011

PC: amore e odio

Ieri in casa c'è stato un cupo dramma. Il computer di mia figlia è stato infettato da un virus "troiano" e non si collega più alla rete.

La tragedia era tangibile. Lacrime, imprecazioni contro il mondo e la propria sfortuna perenne (non mi pareva, in realtà...), apatia, inappetenza, dolori diffusi.

Siccome ha la proibizione di toccare il PC di famiglia (e giustamente, visti i risultati) era come un animale in gabbia.

Aspettava da settimane l'uscita dell'anteprima di un CD dei Nightmare (gruppo visual kei giapponese) e sul più bello non poteva più scaricarlo!
Il fatto di dover aspettare qualche giorno che tornasse suo padre (io non saprei proprio dove mettere le mani) era insopportabile.
Non poter condividere questa esperienza nel suo forum di maniaci del sol levante era una tortura.

Comunque un po' la capisco.
Venerdì scorso, quando Blogger è stato bloccato per molte ore, ero in piena crisi.
Continuavo a tentare di collegarmi, frustrata di fronte alla stessa scritta laconica che mi diceva che era inaccessibile.
Mi sembrava di perdermi chissà quali avvenimenti fondamentali e di essere tagliata fuori da tutto....

E' pazzesco come ormai tutto ruoti intorno al computer, alla rete, al virtuale.
Non è più un calcolatore elettronico, è una porta sul mondo, ci da' risposte immediate. Guai altrimenti.

Siamo diventati così impazienti e pigri.  I dischi, i giornali, si usciva di casa per andarli a comprare.
Le lettere si imbucavano e si aspettavano giorni per la risposta.  Era normale.

Vogliamo che il nostro PC sia sempre più veloce. Ci spazientiamo se impiega 10 secondi in più a caricarsi, solo perchè ha trovato un aggiornamento e, poverino, deve fare il download...

Mi ricordo che quando ho iniziato a lavorare arrivavo in ufficio, accendevo il computer, scendevo a bere il caffè, chiacchieravo con i colleghi, risalivo e, forse, quando tornavo alla scrivania c'era la videata iniziale ad attendermi.

Abbiamo tutta questa fretta e questo bisogno di essere collegati col mondo, quando in realtà siamo fermi, seduti e soli dentro una stanza.

Me lo ripeto spesso, così esco, mi muovo, vedo gente, faccio cose (sembro Nanni Moretti...) però appena rientrata: ZAC! guardo subito se ci sono messaggi, novità, una notifica, qualsiasi cosa insomma!!!
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