sabato 24 settembre 2011

La vita nelle foto - Henri Cartier-Bresson

Ho visitato la mostra dedicata a Henri Cartier-Bresson presso gli Scavi Scaligeri qui a Verona. 


Che dire?  
Chiunque ami la fotografia non può che rimanere estasiato e nello stesso tempo umiliato di fronte a tanta bravura, alla capacità di fissare l’attimo preciso in cui tutto esprime il significato più alto, in cui tutto è perfetto dalla luce all’inquadratura, in cui anche quello che per chiunque altro sarebbe un difetto diventa il pregio stesso della foto.


Per me vedere le opere di questi fotografi del ‘900, quasi coetanei e sicuramente ispiratori della grande passione di mio padre, è sempre un’esperienza toccante.

Io che ho passato lunghe ore in camera oscura, tra ingranditore e bacinelle, a contare i secondi di esposizione in una luce rossastra e quasi magica, io so tutto quello che c’è dietro ad uno scatto, ad una perfetta stampa in bianco e nero.
Io che accompagnavo mio padre lungo le stradine della Spagna o della Turchia, portando l’esposimetro con la tapparellina dorata ed il pennellino con la pompetta, cercando lo scorcio giusto, la persona tipica, l’insieme perfetto da inquadrare, io so quanto è difficile fissare sul negativo di una macchina completamente manuale la foto che abbiamo in mente.  
Ci vuole occhio e anche fortuna, molta pazienza ed esperienza.
Tutte qualità che Cartier-Bresson aveva in abbondanza.

Poi, aldilà della bellezza intrinseca delle opere, la cosa che più mi ha colpito sono state le persone fotografate.   
C’erano foto dagli anni trenta fino agli anni sessanta, scattate in tutto il mondo ma una cosa le accumunava: la gente sembrava molto diversa da quella di oggi. 
Non so se dipende solo dagli abiti o dalle pettinature. I volti sono diversi, le espressioni e forse anche le pose.
E' difficile esprimere questa cosa, forse sembravano tutti più ingenui, più semplici.
Anche i personaggi famosi, come Sartre o Capote apparivano modesti e umili.
Ecco, mancava la strafottenza. 
La sfrontatezza di fronte all’obiettivo che abbiamo oggi.

O forse anche in questo caso è stata la bravura del fotografo a cogliere l’essenza più vera delle persone.
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