venerdì 2 settembre 2011

QI in vacanza

Ho letto qualche giorno fa questo divertente articolo.  

Insomma pare che organizzare e fare una vacanza al mare faccia calare il nostro QI anche di 20 punti. 

La somma delle varie attività che ci portano all’agognata sdraio in riva al mare è in realtà più devastante per il nostro cervello che una sbronza e una discreta serie di spinelli.

Ohibò!  Ci si sono messi in molti a supportare questa teoria.  
I soliti scienziati e medici inglesi per i quali il calo di intelligenza inizia ascoltando le musichette di attesa delle agenzie di viaggio, per passare alla lettura delle mail di offerta vacanze, arrivando ai ritardi in aeroporto, ai disguidi con i bagagli, alla vista delle bagnanti procaci e al conseguente bagno gelato che sarebbe deleterio, non più per la digestione ma per i lobi frontali.

Sembra però che idratandosi molto e facendo le parole crociate si possa arginare la fuga delle cellule celebrali.

Io comincio a credere che gli inglesi siano già in partenza più stupidi degli altri. Non deve essere un caso se tutte queste ricerche “pseudo-scientifiche” arrivano da lì.

Sarà effettivamente la mancanza di abitudine al sole. La pratica giornaliera di pub con conseguente sbornia di birra. La dieta tutt’altro che mediterranea…

Quale sarà la prossima scoperta che ci propineranno? Che l’accorciamento delle giornate rende più cupi? 

Io purtroppo quest’anno non sono andata al mare, ma mi sarebbe piaciuto tanto fare un paio di stupide settimane di regressione, tra tornei di calcio balilla e mojito sul bagnasciuga.

Tanto in ferie ho sempre la Settimana Enigmistica sotto mano. Sarei stata in una botte di ferro.
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