venerdì 18 maggio 2012

Bollani brasileiro


Con la bella stagione a Verona sono iniziati una serie di eventi molto interessanti e divertenti.

Per contro girare per il centro è diventato una specie di corsa ad ostacoli ed anche a piedi bisogna usare mille precauzioni…

E’ passato il giro d’Italia, sono iniziati i concerti in Arena, ci sono state perfino le selezioni nazionali per lo Zecchino d’Oro.

Ieri sera siamo stati al Teatro Ristori ad ascoltare il pianista Stefano Bollani. 

Siamo arrivati in centro con un paio d’ore di anticipo per poter vedere passare la 1000 miglia.

Non avevo mai visto tante Ferrari tutte insieme e devo dire che lo spettacolo è stato magnifico a parte i piloti, la cui età media doveva essere intorno ai 65 anni…

Così già con il cuor contento siamo arrivati in questo teatro appena ristrutturato, pronti a risentire uno dei nostri musicisti preferiti.
Questo concerto era un omaggio allo choro e al samba e Bollani si è  esibito accompagnato dal cantante Marcos Sacramento e da Hamilton de Holanda al bandolin.

Conoscevo già la stratosferica bravura di Bollani, l’avevo ammirato due estati fa esibirsi con Chick Corea al Teatro Romano, ed ero rimasta colpita dalla sua capacità di coinvolgere il pubblico, di mescolare il “sacro e il profano” della musica, di moltiplicare le note.

Ma la sorpresa è stata Hamilton de Holanda.   
Riesce a suonare il Bandolin (una specie di mandolino) in una polifonia completa che va dal repertorio classico, al jazz, alla musica popolare brasiliana.
Sembra che abbia 4 mani e che gli strumenti siano due o tre contemporaneamente. Tutto senza apparente sforzo, con il sorriso sulle labbra e il corpo che non riesce a star fermo…

In quanto a questo anche Stefano Bollani è uno spettacolo. 
Salta sullo sgabello come una molla. Si storce, incrocia le gambe, si butta di lato. 
Certo non ricorda Rubinstein nella postura, ma penso che il grande Arthur gli avrebbe comunque stretto la mano, perché il suo talento è indiscutibile.

A completare la bravura dei due musicisti il cantante riccioluto.

Riusciva a seguire le complicate variazioni musicali con una naturalezza che sono chi ha un portentoso orecchio può fare.
  
E’ passato dalle canzoni piene di “saudade” a quelle più giocose, cambiando timbro e velocità senza sforzo.
Simpatico e comunicativo, perfetta chiusura di questo cerchio magico.

Che dire? Ci siamo spellati le mani a forza di applausi. 
Ci hanno concesso 3 bis e ci hanno lasciati felici e soddisfatti a vedere le ultime auto d’epoca che passavano rombando sotto i Portoni della Bra’.

Una bella serata, da ricordare.
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1 commento:

  1. Quando la musica ed il ritmo sono suonati con passione la passione si trasferisce anche a chi ascolta!
    Quando leggo questi tuoi post sento un pò il dispiacere di vivere in un paesello... le città sono vive e ricche di avvenimenti. Pur lavorando in città per noi diventa difficoltoso. Invidio il passaggio della 1000 miglia, avrei voluto esserci!

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