martedì 29 aprile 2014

Il video della settimana - 18/2014 - Indila


Due scadenze molto vicine mi spingono a condividere questo video e a parlare di quest'artista, recente scoperta di mia figlia e quindi sottofondo costante nelle ultime settimane.

Stiamo per partire per una breve vacanza in Francia e mia figlia sta per compiere gli anni.

Così le regalo questo post dove vi parlerò brevemente di questo astro nascente della musica d'oltralpe: Indila.




Derniére danse” è il singolo d’esordio di questa giovane cantautrice r’n’b che mescola il pop con le sonorità retrò in una melodia sincopata e minimale e avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera magica, come il testo della canzone, che tratteggia poeticamente una storia finita sullo sfondo della Parigi degli anni 50.

L'album si intitola "Mini world" e contiene brani cantati in francese con contaminazioni in inglese e  hindi, viste le origini della ragazza.

Le canzoni sono piacevoli e poi, si sa, il francese è così musicale!

Qui sotto un pezzo rap con un altro fenomeno del panorama musicale francese: Youssoupha.




lunedì 28 aprile 2014

Le belle parole



Ieri pomeriggio sono capitata su Rai Movie, dove passano film di tutti i tipi e di tutte le epoche.

Stavano dando Indiscreto del 1958 con Ingrid Bergman e Cary Grant.  

L’avrò visto una decina di volte nel corso della mia vita ma lo stesso mi sono fermata a guardarlo.


E’ la classica sophisticated comedy anni ’50, fatta solo battibecchi brillanti e poco più, datata in ogni modo e anacronistica oltremisura, ma…c’è un ma.

Che belle parole usavano nei dialoghi!

Ad un certo punto uno diceva all’altra: “l’hai presa in sinistro verso!” oppure definivano qualcosa “deprecabile”.

Che bel suono hanno certe parole e certi modi di dire.  

Inoltre i protagonisti si danno del voi e c’è tutto un percorso di battute da dire prima di arrivare al sodo.

Oggi siamo così sbrigativi e crudi.

Questo genere di  film rappresenta un modo di vivere che non c’è più, sicuramente fatto anche di molta ipocrisia e facciata, ma tanto più elegante.

Un mondo fatto di rispetto, di attese, di convenzioni da seguire, di buone maniere e di uso corretto e soprattutto ampio del linguaggio.

Ci sono tutte le sfumature, tutte le possibilità per esprimere qualcosa nel modo più preciso e signorile, tutte le modalità per evitare di essere grossolani e offensivi.

Ma ce lo siamo dimenticati.

Io per prima. 
Il mio vocabolario ormai trabocca di “figate”, “rotture di c.” e altri “francesismi” ed il tono è sempre informale e diretto.
Pochi fronzoli e via andare.

Per esempio ho amato così tanto leggere tutti i libri di Jane Austen, perché anche lì il modo in cui sono scritti va oltre alla storia che raccontano.

C’è una cura maniacale nella scelta degli aggettivi, nella costruzione della frase e una delicatezza nel descrivere i sentimenti dei protagonisti che al giorno d’oggi è impossibile da trovare e sicuramente farebbe sorridere la maggioranza dei lettori.

Ecco, io ogni tanto ho bisogno di un’immersione nella formalità e ho bisogno di sentire parole diverse, antiche, modi di dire magari più tortuosi ma perfetti per l’occasione e modi di fare ormai morti e sepolti.

Dopo mi sento rigenerata e posso ripartire “più gasata” di prima, ma che dico, più pimpante di prima!
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giovedì 24 aprile 2014

Le strade dei miei viaggi - 2


Come promesso, o minacciato, eccomi con il secondo post sul tema mensile de “I sensi dei miei viaggi” ideato da Monica del blog “Viaggi&Baci “.

Dopo i sentieri sterrati parlerò delle strade in salita, o in discesa, che è sempre una questione di punti di vista…



La prima è stata definita la strada più tortuosa del mondo e si trova a San Francisco.

Si tratta di Lombard Street, immortalata in molti film, telefilm e video, su tutti Vertigo di Hitchcock.

E’ una strada molto lunga, ma il tratto più famoso è quello su Russian Hill, dove la collina ha una pendenza del 27% e, nel 1922, ha costretto gli urbanisti a creare 8 tornanti.

E’ lastricata di mattoni rossi e si può percorrere solo in discesa alla velocità massima di 8 Km/h.





Le strade ripide sono una caratteristica dell’isola di Madeira.

Una delle cose più divertenti che si possono fare è la cosiddetta “discesa nei cesti”.

Si tratta di slitte (carros de cestos) che una volta venivano usate per il trasporto della legna dai monti alla costa, ma che ora sono attrezzate con sedili e fanno scendere a rotta di collo i turisti fino al centro di Funchal.

Due addetti in divisa bianca e cappello di paglia controllano la traiettoria, ma i brividi non mancano dato che si raggiungono anche i cinquanta chilometri all’ora, sobbalzando sul selciato e sfiorando i muri delle case.



L’ultima foto è stata scattata a Vieste, ma moltissimi paesi mediterranei hanno strade come queste: strette tra case bianche, piene di scalini, spesso con una spettacolare vista alla fine.   
C’era solo l’imbarazzo della scelta.  

Sono strade che mi piace percorrere: i fili con la biancheria stesa le attraversano, ci sono geranei alle finestre e sulle porte, tende colorate, profumi di basilico, gatti addormentati sui davanzali.

Sono quadri nei quali si può entrare e farne parte per un po’ invidiando chi ci abita sempre.

Poi razionalizzi e ti consoli pensando che almeno tu puoi scaricare la spesa sotto casa direttamente dal bagagliaio  
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martedì 22 aprile 2014

Il video della settimana - 17/2014 - Tiromancino

Una canzone molto romantica e intimista per questo gruppo particolare: Tiromancino.

Fondato da Federico Zampaglione nel 1989, si caratterizza per le sonorità e i testi.

Da ascoltare alla radio, inframezzati da qualcosa di più "energetico".

Per il video di "Per me è importante" del 2002  la band si è affidata all'esperienza grafica della DIRECT2 BRAIN ed il risultato è un racconto tenero e fantastico che scorre in perfetta armonia con le atmosfere dolcemente malinconiche del brano.

Grazie anche alla collaborazione della Scuola Nazionale di Cinema che ne ha curato i movimenti, i due protagonisti digitali, nonostante il segno grafico stilizzato proprio dei segnali stradali, riescono ad esprimere emozioni e sentimenti, immersi in un universo parallelo surreale.

Il racconto parte da immagini reali come una strada e un camion, per arrivare ad un finale onirico in cui l'amore trionfa sulle avversità di un mondo popolato da figurine bidimensionali maschili e femminili.

La band non appare neppure in brevi sequenze, lasciando così ampio spazio al racconto ed evitando di interrompere il gioco della fantasia.

Molto bello. Ha ottenuto svariati premi e se li merita tutti.

Molto bello anche l'ultimo singolo "Liberi" così come il video a cartoni animati con due gabbiani che simboleggiano la libertà di amarsi rispettandosi l'un l'altro.




giovedì 17 aprile 2014

Pericolo ottantenni


Ieri era mercoledì.

Ovvero il giorno in cui mia madre viene a trovarmi e passa la giornata con me.

La mia settimana si divide tra "prima di mercoledì" = malumore e "dopo mercoledì" = sollievo.



Comunque, tanto per tagliare l'aria, nel pomeriggio l'ho accompagnata in visita alla sua amica storica, ex collega d'ufficio conosciuta nel lontanissimo 1948.

Questa signora, solitamente più arzilla e simpatica di mia madre, mi ha raccontato un aneddoto che è giusto condividere con voi.

Qualche giorno fa stava passeggiando con la sua badante nei pressi della chiesa e ha visto delle donne che armate di scale, secchi e stracci, stavano pulendo la statua della Madonna che c'è all'esterno del sagrato.

Qualcuno aveva disegnato con un pennarello indelebile dei baffi, marcando anche le sopracciglia e gli occhi.

Naturalmente tutti i vecchiotti della zona avevano iniziato a pontificare e inveire contro i giovani che stazionano sulle panchine, che sicuramente erano gli autori di questa bravata.

Fattostà che i Carabinieri, visionando i filmati delle telecamere della chiesa, hanno scoperto che ad arrampicarsi sulla statua e a truccarla era stato un 82enne romano, residente qui a Verona, con un passato da pittore, il quale non ha dato alcuna spiegazione del suo operato.

Sono arrivati i giornalisti delle televisioni locali e una di loro ha intervistato proprio l'amica di mia madre e, probabilmente sperando di ottenere un Pulitzer, le ha chiesto cosa ne pensasse dell'accaduto e soprattutto se non sarebbe stato meglio che il lavoro di ripulitura invece di affidarlo alle signore della parrocchia fosse stato fatto fare come servizio sociale a Berlusconi.

Dubito che il pezzo sia andato in onda dato che ieri, mentre mi raccontava la storia, le mancava solo la schiuma alla bocca: "E io le ho gridato che è ora di finirla di prendersela con Berlusconi, che ha fatto solo del bene, che è stato mille volte meglio degli altri e che i giornalisti sono dei burattini e che mi lasciasse in pace!"

Mia madre annuiva e uscendo dal suo solito torpore ha aggiunto il carico finale: "e po' tuti i re i gà sempre avudo tante done ...l'è normale".

Queste votano, non dico altro.
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martedì 15 aprile 2014

Il video della settimana - 16/2014 - Jesus Christ Superstar

Il video di questa settimana non poteva che essere tratto dal musical "Jesus Christ Superstar".

Mi è tornato in mente pochi giorni fa quando la cara Nella ne ha parlato nel suo blog musicale.

Ricordo come fosse ieri quando l'ho visto per la prima volta, al cinema parrocchiale del Duomo.


Ero una ragazzina e quando a Gesù vengono inflitte le 39 frustate piangevo come una fontana.

Neanche la storia fosse una novità!
Ma questo film del 1973 è riuscito a dare una versione della Passione di Cristo tutta nuova e particolare.
Ha mescolato la cultura hippy e la storia, dubbi e dogmi, ha usato scenografie e costumi moderni e ha soprattutto avuto le musiche di Andrew Lloyd Webber.

Non c'è nemmeno un pezzo parlato, solo canzoni, una più bella dell'altra.
Tipo questa:


venerdì 11 aprile 2014

#NeVadoFiero

Seconda catena tra blogger nel giro di pochi giorni!

Vengo chiamata in causa da Monica di Viaggi & Baci, che, bontà sua, crede io sia in qualche modo una persona speciale e quindi meritevole di questo passaggio di testimone.

L’iniziativa partita l’8 marzo di quest’anno sul blog Diqua & Dilà ha subito ottenuto un grande successo in rete e alla fine è approdata qui da me, povera blogger periferica senza arte ne parte.

Bisogna indicare almeno tre cose delle quali andiamo fiere, anche cose piccole, tipo che non occorre avere inventato il vaccino contro il cancro.

Io ci provo:

1) L’arte di arrangiarsi

Ecco, io ne sono maestra.
Dall’ago al trapano a percussione, dalla chiave a pappagallo alla forbice da potare.

Odio dover contare sugli altri, perfino su mio marito, che adoro e che non si esime, ma cerco sempre di farcela da sola.

Svito, incollo, smonto, progetto, riparo.
Se c’è un manuale di istruzione vuol dire che posso farlo. E anche se non c’è io tento.



Non ho mai avuto aiuti da parenti, donne di servizio o baby sitter.

Ho cercato e trovato lavori da sola, ho comprato casa prima dei trent’anni, ho viaggiato oltreoceano, sempre da sola.

So potare e legare centinaia di vigne - anche al nono mese di gravidanza, so riparare una tapparella, so cucire un vestito, una tenda o un copridivano, so hackerare il mio cellulare, so allestire un pranzo da gourmet, so cambiare le lampadine dell’auto, so fare gli origami geometrici, sostituisco prese e spine, metto lo Svitol nei cardini…una volta ho montato anche le catene da neve.

Ogni tanto mi manca la voglia, ma quello è un altro discorso…


2) La mia felice famiglia allargata

Banale ma vero: vado fiera della famiglia che mi sono costruita. 
Non è stato semplice ma dopo più di vent’anni posso dire di aver fatto un buon lavoro.

Ho conosciuto un uomo separato con due bambini piccoli, in grossa crisi per quanto riguardava il lavoro e la sua vita in generale.
Gli ho dato la voglia di ricominciare, l’ho appoggiato e sostenuto nei suoi sogni che sono diventati i miei, ho accolto i suoi figli e sono riuscita a farmi amare e rispettare da loro, insieme abbiamo avuto una figlia meravigliosa, l’ho seguito in tutti i suoi trasferimenti e sono sempre stata il suo punto fermo.


L’ho convinto a farsi visitare e curare anche se non voleva e gli ho letteralmente salvato la vita.
Non ho mai dubitato sulla felice conclusione della sua operazione a cuore aperto, anche durante le interminabili ore fuori la sala rianimazione sotto lo sguardo preoccupato dei suoi figli.

Sono stata paziente e tenace, sono stata comprensiva e generosa, sono stata amorevole.

Sì, di questo vado fiera.


3) Essere una blogger

A dispetto del mio apparente disinteresse per i riscontri al mio blog, sono veramente felice per ogni visita che ricevo e ancora oggi la cosa mi riempie di meraviglia e orgoglio.

Scrivo cose che le persone leggono!

Ho dei lettori affezionati. 
Per una persona timida come me, riuscire a raccontarmi e ricevere anche dei commenti sa di miracolo.


L’ho scritto anche recentemente: alla mia età trovare nuovi amici, avere contatti esterni alla famiglia o alle consuete cerchie è veramente difficile.

Invece da quattro anni a questa parte la mia vita è piena di nuovi incontri e di nuove esperienze.
Avere il blog mi impone di tenermi informata, di leggere di più, di approfondire di più.
Avere il blog mi ha aiutato a sciogliere diversi nodi del mio passato, mi ha fatto tirar fuori vari sassolini dalle scarpe, mi ha arricchito in mille modi.

E’ la mia  valvola di sfogo e la mia finestra sul mondo.
Forse più che fiera sono grata…ma va bene lo stesso!


Adesso dovrei citare i blog ai quali passare il testimone… ma non mi piace impormi. 

Solo se ne hanno voglia vorrei coinvolgere ero Lucy Van Pelt, Tulimami, Vivere a piedi nudi, Atelier Buffo e La Bussola e il diario.

Io so che avete un sacco di cose di cui andare fiere, ma forse qualcuno non sa quanto siete speciali!
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giovedì 10 aprile 2014

La catena delle poesie



e.e.cummings
Sono stata piacevolmente coinvolta da Nella del blog Rock Music Space in questa specie di catena di Sant’Antonio poetica, dove ogni blogger deve condividere una poesia che ama e chiedere ad altre cinque di fare altrettanto.

Ecco, io non chiederò a nessuno di specifico di continuare la catena. 
Lascio che chi lo desidera lo faccia.

La cosa sta girando anche su Facebook e, una volta tanto, la trovo un’iniziativa bella ed istruttiva alla quale partecipare con entusiasmo.

Ho avuto modo di scoprire poeti e poesie sconosciuti o di ritrovare versi persi nella memoria, e mi è piaciuto molto.


Mi piace leggere le poesie ad alta voce, mi crogiolo nella musicalità delle parole e poi le leggo ancora a mente per poterle assorbire fino in fondo.

Molte sono le poesie che amo. 
Alcune molto classiche, proprio quelle che si studiavano faticosamente a scuola, che da adulta ho capito e apprezzato e che son contenta di sapere ancora a memoria: La pioggia nel pineto, L’infinito, Meriggiare pallido e assorto, Dieci Agosto…

Altre le ho scoperte nei modi più diversi, su libri, nei film, citate da qualcuno e adesso anche navigando in rete.

Amo le poesie d’amore, non potrebbe essere altrimenti, e così vi dedico questa meraviglia di e.e.cummings (sì, in minuscolo come voleva lui e con le punteggiature surreali tipiche del suo scrivere…)


IL TUO CUORE LO PORTO CON ME


Il tuo cuore lo porto con me
Lo porto nel mio
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.
tu sei quel che luna sempre fu
e quel che un sole sempre canterà sei tu
Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato vita,
che cresce più alto
di quanto l’anima spera,
e la mente nasconde.
Questa è la meraviglia che le stelle separa.
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.”


I CARRY YOUR HEART WITH ME

I carry your heart with me
( I carry it in my heart) I’am never without it
(anywhere I go you go,my dear; and whatever is done
by only me is your doing,my darling)
I fear no fate(for you are my fate,my sweet)
I want no world(for beautiful you are my world,my true)
and it's you whatever a moon has always meant
and whatever a sun will always sing is you

here is the deepest secret nobody knows
(here is the root of the root and the bud of the bud
and the sky of the sky of a tree called life;which grows
higher than the soul can hope or mind can hide)
and this is the wonder that's keeping the stars apart

I carry your heart
(I carry it in my heart)






martedì 8 aprile 2014

Le strade dei miei viaggi



Finalmente torna l’appuntamento con “I sensi dei miei viaggi”, che la nostra oberatissima Monica del blog Viaggi & Baci ha lanciato pochi giorni fa.

C’è tempo fino al 5 maggio per condividere tre foto che rappresentino le strade che amiamo percorrere nei nostri viaggi.

Come sempre il tema può essere interpretato in tanti modi e sviluppato in tutti gli aspetti che la parola strada comporta.

In ogni caso Monica, prevedendo il nostro disorientamento, ha concesso che si possano scrivere più post sull’argomento.

Intanto io inizio con questa selezione, che ci fa restare in Italia e tratta solo di sentieri sterrati.


La prima foto è stata scattata a pochi chilometri da casa mia, tra Povegliano e Villafranca Veronese, lungo una strada che percorriamo spesso in bicicletta.

Di solito la domenica mattina presto ci armiamo di macchine fotografiche e borracce d’acqua e partiamo per i nostri giri nelle campagne circostanti.

Si pedala tranquillamente, anche per vari chilometri, chiacchierando, fermandosi qui e là, facendo abbaiare molti cani. 



La seconda foto è del sentiero che porta dalle Regole alla Malga Malosco, in Val di Non.

Amiamo questi boschi e li abbiamo percorsi in lungo e in largo, estate e inverno, con gli scarponi o con le ciaspole.

E’ stato difficile scegliere una foto, perché ad ogni curva il paesaggio offre scorci stupendi e c’era veramente l’imbarazzo della scelta.



La terza foto è scattata alle Cinque Terre, sul sentiero che da Manarola porta a Corniglia.
Una bella scarpinata, se devo dirla tutta, piena di salite e discese impervie, in mezzo ai vigneti di Sciacchetrà faticosamente ricavati sui piccoli terrazzamenti.

Una cosa accomuna i sentieri sterrati: la fatica. 

Ma noi siamo un po’ masochisti e preferiamo queste strade, perché di solito premiano sempre chi vi si avventura  e non parlo solo dei panorami che offrono.

Infatti fanno venire una gran fame e giustificano ogni sgarro alla dieta!
(eh, con tutti i chilometri che abbiamo fatto.. eh, con tutto quello che abbiamo sudato…)
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