domenica 25 maggio 2014

#MIAfair - La fiera delle immagini



Ieri trasferta milanese per visitare MIA Fair, la fiera internazionale d’arte dedicata alla fotografia e al video, dal 22 al 25 maggio presso Superstudio Più in via Tortona 27.

Una fiera imperdibile per chi ama la fotografia come noi.  

Il modo per vedere riunite in un unico spazio tutte le tecniche, le sperimentazioni, le rivisitazioni e anche le varie filosofie di approccio allo scatto di decine di fotografi italiani e stranieri.

Ogni artista aveva a disposizione uno stand come fosse una mini galleria d’arte che esponeva la sua "Personale".


Il mio giudizio, per quel che conta ovviamente, è diviso tra tecnico ed artistico o emozionale che dir si voglia.

Quindi dirò che tecnicamente sono tutti promossi. 

E ci mancherebbe.  La maggioranza degli espositori fa il fotografo di mestiere e quindi la qualità è imprescindibile.

Ma si parlava di fiera “d’arte”  e qui magari si può disquisire.

Basti pensare che già io e mio marito, due persone diciamo così "in sintonia", siamo stati colpiti da opere diverse, da soggetti agli antipodi, abbiamo dato interpretazioni diametralmente opposte delle stesse foto, esaltandole o stroncandole.

Ma l’arte ha questa caratteristica.    
Veniamo colpiti ed emozionati da qualcosa che miracolosamente tocca la nostra sensibilità, sensibilità che è il frutto di un percorso personale unico ed inimitabile.

Così, appunto per quel che può valere, vi parlerò di quei pochi artisti le cui opere ho trovato nelle mie corde.

Alan Marcheselli, nello stand Impossible Project, con il suo progetto Umore Nero.
Qui parliamo di fotografia istantanea.  
Minuscole sagome di figure umane si aggirano in un mondo solo apparentemente colorato, un mondo senza vita, estraneo.  
Se De Chirico avesse usato una Polaroid forse avrebbe prodotto qualcosa di simile.



Bruno Cattani ed i suoi Playing Dreams dove i pupazzetti o le macchinine usate dai bambini per giocare sono fotografati così come sono stati lasciati. 
Ingrandimento e colore “anni ‘50” rendono questi scatti estremamente evocativi e decorativi.



Toni D’Andrea ed i suoi Botanical Portraits .   
La maestria del fotografo riesce a esaltare soggetti che ormai diamo per scontati.   
Frutta, verdura e fiori fluttuano ingigantiti in uno spazio nero, emergendo in tutta lo loro opulenza.   
Si scoprono particolari inaspettati, il piacere è quasi sensoriale.



Riccardo Varini.  Qui invece viene tolto quasi ogni colore e restano pochi contorni che sembrano lo schizzo del paesaggio ritratto. 
La stampa su carta cotone esalta ancora di più questo genere di fotografia . 
Molto elegante e onirica.



Kacper Kowalski, pilota e fotografo che offre una prospettiva tutta nuova della foto paesaggistica: una visione aerea perfettamente perpendicolare al soggetto.
I paesaggi della suo Polonia sono eccezionali.



Last but not least due artiste che per motivi diversi mi hanno colpito moltissimo. 
Qui, tra l’altro si parla non di sola fotografia, ma di un progetto artistico completo. 


Paola Risoli. L’opera esposta fa parte della serie “Bidonville”. 
Un vecchio fusto per gasolio, ripulito ma non restaurato, al suo interno diventa una sorta di set cinematografico che l’artista arreda creando piccoli ambienti, dove troviamo sedie, tavoli, televisore che proietta immagini, usando materiale di recupero.
Da uno squarcio sul bidone si vede l’interno che è stato fotografato e stampato in grandi dimensioni.
L’illusione è perfetta ed il tutto è stupefacente.   
Le foto hanno un’atmosfera sinistra elegantissima.



Amandine Nabarra-Piomelli.  Il suo progetto si chiama "Voyages (en train)".  
Le foto sono scattate da un treno in corsa, montate su un supporto rigido che scorre su guide metalliche a formare due porte su un’altra foto dello stesso paesaggio, fermo o mosso, come accade quando si viaggia in treno.
L’opera più azzeccata è quella dove gli strati delle porte sono tre e aprendole e chiudendole velocemente si produce lo stesso rumore del treno sulle rotaie.
Il delizioso accento francese dell’artista completa il fascino di queste opere.



C’erano moltissime altre belle foto, magari più tradizionali e scontate o al contrario troppo moderne per i miei gusti.  

Quello che posso dire è che c’è un bel movimento in questo campo.  

C’è molta voglia di emergere e di distinguersi dalla massa di Instagramers e fotografi da Facebook. 

É una vera sfida, di questi tempi.
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#miafair #fotografia #fotografi

3 commenti:

  1. Per degli appassionati come voi deve essere stato davvero interessante. Mi ha colpito il progetto "Voyages", forse perchè sono stata pendolare sul treno per molti anni e amavo gardare fuori dal finestrino perdendomi nelle immagini che impressionavano l'occhio...

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  2. Altra mostra strabilliante cara Annalisa, peccato che non riesca ad apprezzarla come di dovere, perchè, al solito sono appena uscita dal pronto soccorso per l'ennesima fibrillazione atriale!
    Bacio cumulativo!

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    1. Ma noooo, povera! Stai tranquilla, riposati. Un abbraccio da tutti noi!

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