lunedì 29 giugno 2015

La foto della domenica - Giugno/4*2015 - Piazzola sul Brenta







L'ultima domenica del mese si svolge a Piazzola sul Brenta (PD) un enorme mercato dell'antiquariato.


Circa 800 banchi invadono il paese, le barchesse della magnifica Villa Contarini ed un ex Jutificio lì vicino.


Uno spettacolo!

Ce n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche: arredamento antico, modernariato, oggettistica, numismatica, stoffe, macchine fotografiche (!), stampe, attrezzi vari, argenterie e bigiotterie.


C'era un bel caldo e così abbiamo saltato quasi a piè pari i banchi al sole, ma comunque il bottino è stato ricco: qualche macchina fotografica per mio marito, delle stampe antiche a tema ornitologico per mia figlia e un bronzetto per me.
Io lo trovo stupendo...


La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta.

mercoledì 10 giugno 2015

La scuola è finita. Ma finita finita, eh!

Recita di fine anno - 1999
Sento che sarà un post pieno di luoghi comuni e retorica.

Dunque oggi è l’ultimo giorno di scuola per mia figlia.

Non ce ne saranno altri, chè l’università è un’altra cosa.

Sembra ieri (primo luogo comune) che l’ho accompagnata alla scuola materna di Boccon di Vo’, tra le braccia di Suor Bonifacia.

E sembra ieri che sceglievamo insieme i grembiulini rosa e gli zainetti, che attaccavo le targhette sul sacchetto e sugli asciugamani, che mi correva incontro sorridente quando andavo a riprenderla.

E quante recite, feste, torte, costumi. E colori e quadernoni .

Quante ore a ripassare le tabelline, a colorare, a parlare in inglese, ma anche in spagnolo e in latino, a ripercorrere la storia dal giurassico a tempi nostri, e gli egizi e i romani, i barbari, Colombo e Leonardo e avanti.

In fondo mi sto diplomando di nuovo anch’io!

Non sono triste. Ma mi sento strana.

Un ciclo si sta chiudendo e mi piacerebbe sapere di aver fatto un buon lavoro.

Nonostante gli indubbi successi scolastici di mia figlia, dalle olimpiadi della matematica alle varie borse di studio, non c’è stata una sera in cui non mi abbia detto: “Mamma, domani non voglio andare a scuola!”.

E pensare che ne avevo fatto un punto d’onore di assecondare sempre le sue scelte scolastiche, quali che fossero.

Dalle scuole medie lontane perché erano le uniche dove insegnavano spagnolo (e lei voleva tassativamente studiarlo) al Liceo Scientifico più scomodo ma con un piano formativo teoricamente più adatto alle sue inclinazioni, l’abbiamo sempre accontentata.

Ma in realtà non l’ho mai vista contenta.

Nemmeno il giorno dell’inaugurazione del suo affresco che ornerà il Liceo Messedaglia per sempre, era soddisfatta.

Aiutanti non all’altezza, colori acrilici che non rispecchiavano quelli del bozzetto e che rendevano il risultato grossolano rispetto alla sua idea iniziale.

Sui professori stendiamo un pietoso velo (forse qui non posso darle torto…) e totale incomunicabilità con molti dei suoi compagni, troppo diversi e lontani da lei come interessi, indole e modo di porsi.

Insomma per fortuna che è finita!




E penso a me, che ho dovuto al contrario di mia figlia, seguire sempre i diktat dei miei genitori che mi hanno mandato prima alle medie dalle suore Campostrini abbandonando tutti i miei compagni delle elementari e poi, per seguire il sogno di una figlia impiegata in banca, mi hanno costretta a frequentare l’Istituto per Periti Aziendali e Corrispondenti in Lingue estere, dove, ciliegina sulla torta, hanno voluto che studiassi tedesco anziché francese come avrei preferito.

E sapete una cosa? Io ho fatto buon viso a cattivo gioco.

Ho cercato di star serena, mi sono fatta molti amici, ho studiato il giusto per non essere mai rimandata.

La mia vita sarebbe iniziata sul serio solo quando fossi stata maggiorenne e indipendente economicamente.

Tutto il resto era solo un mezzo e così è stato.

Non mi sono stressata.
Dormivo, mangiavo, studiavo velocemente e poi andavo a spasso con la mia amica Elena.

Mia figlia ha sempre studiato tantissimo, non uscendo praticamente mai.
Fine settimana chiusa in casa, ansia, mali di testa, crollare addormentata alle 8 di sera e nonostante questo essere stanca il mattino dopo.

Io ricordo ancora con nostalgia tutto il mio periodo scolastico (un po’ meno le scuole medie…) e alla cena di reunion di cinque anni fa sono stata così felice di rivedere tutte le mie compagne.

Mia figlia non parteciperà nemmeno alla cena di classe.

Ma (domanda retorica) dove abbiamo sbagliato?

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lunedì 8 giugno 2015

La foto della domenica - Giugno/1*2015 - Isola del Garda

Una domenica "sudata" ma piena di bellezza quella di ieri.

Vi ho raccontato spesso del Lago di Garda, meta comoda e sempre piacevole per noi che abitiamo a Verona, ma nonostante anni e anni di gite ieri ho visitato un posto che non conoscevo, bellissimo e pieno di storia: l'Isola del Garda, nella zona bresciana, comune di San Felice del Benaco. (Informazioni dettagliate qui)


Motivo scatenante è stato l'invito all'inaugurazione della mostra fotografica "Confettura dal Lago di Garda" di Pierluigi Cottarelli che qui esporrà fino al 18 ottobre 2015.


L'isola è lunga poco più di un chilometro e larga nel punto più ampio 160 metri.
É coperta di vegetazione lussureggiante, frutto di secoli di passione per il giardinaggio dei vari proprietari che si sono succeduti, i quali hanno portato terra fertile tra gli scogli, costruito mura di sostegno e creato i giardini all'inglese e all'italiana che oggi possiamo ammirare.

La villa in stile neogotico veneziano sorge sui resti di un antico monastero dove pregò anche San Francesco e perfino Dante ha soggiornato in questo luogo citandolo nella sua Divina Commedia.


Gli attuali proprietari, i sette fratelli Borghese Cavazza, aprono la propria dimora da Aprile a Ottobre.
Si arriva da diversi porti del lago, con un tragitto che va dai 15 ai 30 minuti a seconda del punto di partenza.
Si tengono concerti e si possono organizzare eventi, matrimoni e quant'altro.


Piccole costruzioni adibite a varie attività circondano la villa principale, ponticelli, sentieri, balconate...

Alberi e fiori meravigliosi, agavi e limoni: insomma tutto il necessario per diventare verdi d'invidia di chi può abitare qui sempre.








Alcune stanze si possono visitare, quella della musica e dei giochi, quella dei ricordi di viaggio, una camera da letto e la terrazza col bel soffitto affrescato.

La vista da ogni finestra è spettacolare.







Ma come dicevo il motivo di questa bella escursione era anche e soprattutto quello di ammirare le opere di Pierluigi Cottarelli che sono frutto di un progetto di arte concettuale che unisce fotografia e scultura per rappresentare il Lago di Garda.

Partendo dall'idea che il lago appartiene a tre province, distinte ma unite dall'acqua, Pierluigi ha creato una struttura in acciaio dove le punte da un lato si uniscono e dall'altro puntano in direzioni differenti.
Ha portato questa scultura in 24 diversi alberghi del Lago, l'ha fotografata in bianco e nero con pellicola Polaroid 665 ponendola sempre su un tavolino all'ora della colazione.
Ha poi scansionato le foto, le ha stampate in formato 4x5in. mettendo ognuna in un barattolo di vetro con tanto di coperchio con etichetta e nastrino.
Una confettura, appunto, che contiene i vari elementi che creano la bellezza del Lago di Garda.


La foto 25 è stata invece scattata sull'Isola del Garda dalla terrazza, a rappresentare proprio il centro di tutta l'opera e un punto immaginario di partenza o di arrivo per conoscere tutto il lago.


I vasetti sono esposti nelle stanze di un'antica casa contadina, dove un video ci fa conoscere meglio il pensiero dell'artista.

Ingrandimenti delle foto sono esposti vicino alle grotte, in un'altra location particolare.


Ancora una volta la vecchia Polaroid si presta a progetti d'arte speciali.
Le foto sono scarne, essenziali, non manipolate.

Basta un tavolino su una terrazza e sullo sfondo il lago per far venire voglia di andare a far colazione in uno di questi luoghi.

Le foto trasmettono calma e bellezza.

Bravo a Pierluigi e grazie per avermi fatto conoscere un'altra perla del Lago di Garda!
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La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta

venerdì 5 giugno 2015

Un ridicolo infortunio

Non c’è niente di eroico ad avere il quinto dito del piede sinistro fratturato.

Essere riusciti a farsi del male seduti sul divano è perfino esilarante.

Ridono tutti.

L’unica avvilita sono io.



Io che stavo guardando un film carino, che raccontava di un gruppo di vecchietti inglesi nei quali mi rispecchiavo pericolosamente.

Ero lì accoccolata, con le gambe sotto di me quando mio marito ha voluto imitarmii e per sistemarsi mi ha colpito col suo tallone provocando un sonoro crack.

E niente. Dopo una notte di dolore siamo andati al pronto soccorso e la radiografia ha confermato la frattura.

25 giorni con una piccola fasciatura, indossando zoccoli di legno.

Mi ero appena comprata un paio di sandali verde mela, col tacco, e un vestito a fiori abbinato perché domenica devo partecipare ad un evento sul Lago di Garda di cui spero potrò raccontarvi.

Ma invece ci andrò con gli zoccoli e una gonnellona a tentare di mascherarli!

Non posso guidare. Ieri ci ho provato ma è un dramma.

A camminare, dopo un po’ mi fa male.

Sono andata dalla parrucchiera, la mia terapia contro il cattivo umore, e anche lei tratteneva a stento l’ilarità.

L'espressione contrita di mio marito non mi aiuta più di tanto.

Ok, un’altra volta mi spaccherò la gamba o un braccio così avrò solidarietà e comprensione.

Che due palle! Si può dire? Che due palle…
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